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giovedì 30 aprile 2015

New York vista dall'alto

Sapete che a me piace poter guardare le cose da un punto di vista diverso da quello solito. Oggi vi porto a guardare New York da un punto di vista diverso, vi porto a vedere la grande mela dall'alto. Cercherò, come ho fatto nell'ultimo post, di dare un senso logico ai luoghi di cui vi parlerò: Passeggiata sul Brooklyn Bridge Dalla Funicolare per Roosvelt Island anche stavolta inizio il tour da est, anzi, da sud est, perché vi porto subito al ponte di Brooklyn (poi della zona di Brooklyn ve ne parlerò prossimamente). La città è, spesso, "nascosta" dalla struttura del ponte e non la si osserva "dall'alto verso il basso", ma si ha l'altezza giusta per vedere come quei grattacieli che tutti conosciamo siano vicini e compatti tra di loro. Poi c'è il fiume, la cui vitalità si riesce a cogliere perfettamente da lassù; le macchine sul ponte stesso, stanno lì in coda e strombazzano, incuranti dei pedoni che, sulla camminata superiore del ponte, le osservano dall'alto. Arrivando all'altra estremità, infine, c'è ovviamente anche la parte di Brooklyn appena sotto il ponte, affacciata placidamente sul fiume: famiglie, giovani e turisti stanno lì a godersi lo spettacolo, come ho fatto io dal ponte.
Proseguo restando sempre ad est di Manhattan, ma stavolta salgo un po' e vi porto alla teleferica per Roosevelt Island. Non si ha molto tempo per osservare la città, il viaggio è decisamente breve (avevo letto, su internet, che durava circa 7 minuti, ma in realtà noi ne abbiamo impiegati forse 5), ma lo spettacolo è decisamente meritevole: le cabine sfilano tra grattacieli e case "normali" fino a sbucare sul fiume, mostrando così ai passeggeri un panorama diverso dell'isola di Manhattan.
Prima di riportarvi a Manhattan vi lascio qualche informazione utile: il biglietto costa quanto un biglietto dell'autobus, ovvero 2.5 dollari e, una volta passati i tornelli, dovete mettervi in fila in attesa della cabina che vi porterà dall'altra parte del fiume; andando verso Roosvelt Island non troverete molta gente (giusto un po' di turisti), mentre al ritorno sicuramente sarà più affollata e, quindi, sarà meglio tenerne conto. Nel post di pochi giorni fa vi ho parlato di Roosevelt Island, quindi ora "chiudo il cerchio" con la funicolare che porta turisti e residenti avanti ed indietro tra Manhattan e l'isola.
Ora vi riporto nel pieno di Manhattan, nel cuore dell'isole e della 5th avenue. A Rockefeller Plaza si trova il Rockefeller Center, complesso costruito negli anni della Grande Depressione e formato da 19 edifici. All'ultimo piano di uno di questi edifici, alle spalle della famosa piazza dove viene montata la pista di pattinaggio durante l'inverno, troviamo l'osservatorio che tutti conosciamo come Top of the Rock.
Top of the rock: panorama L'edificio che ospita l'osservatorio è uno di quei grattacieli che fanno davvero impressione! Non so esattamente che parole usare per spiegarvi cosa intendo, ma ci provo lo stesso: tutti i grattacieli fanno impressione e su questo siamo d'accordo, ma il Rockfeller dà un'impressione ancora più forte probabilmente per il fatto che è costruito da giganteschi "mattoni" di pietra. La vista è, probabilmente, la più bella tra tutte quelle di cui vi parlo in questo post. Andateci appena avrete a disposizione una giornata di sole e preferite le prime ore della mattina o, altrimenti, andateci nel tardo pomeriggio: le ore centrali della giornata vi rovineranno il panorama con una maledetta foschia. E tenete sempre conto delle lunghe file che si formano per poter salire!
Vicino al Rockefeller center, all'incrocio tra la quinta e la 34sima strada c'è l'Empire State Building , che di osservatori ne offre ben due: 86esimo e 102esimo piano. Noi, con la New York City pass, siamo salite solo al primo e vi posso dire che questo non vuol dire "vedere di meno": la vista è splendida comunque (e le cose che si vedono sono sempre le stesse).
New York dall'Empire di sera Avendo la City pass, noi siamo potute ritornare anche la sera (dello stesso giorno in cui siamo andate e ci hanno staccato il foglio dal carnet) e, col senno di poi mi sento di consigliarvi di andare assolutamente la sera, senza farvi troppe domande su quale possa essere il momento migliore per avere una vista mozzafiato: nonostante il vento, che vi farà gelare mani e piedi a meno che non andiate d'estate, vedere da lassù la città illuminata rende perfettamente l'idea di quanto New York non sia "una semplice città", ma una vera e propria megalopoli! La sera, da lassù, è stato il momento in cui ho apprezzato di più la città e la sua grandezza, con le luci che, con i loro diversi colori, si stendevano oltre quanto io riuscissi ad immaginare (ed a vedere anche da lassù).
Ora, per concludere, voglio parlarvi della  High Lane. Si tratta di una passeggiata di due chilometri in un "giardino lineare" con cui è stato recuperato un tratto in disuso di una linea ferroviaria sopraelevata che faceva parte della West Side Line.  L'accesso sud non è lontano dal Chelsea Market e molte persone, soprattutto turisti, la percorrono da nord verso sud (forse proprio perché dall'accesso/uscita sud il mercato è più vicino).
High Lane: da linea ferroviaria a passeggiata
Attraversiamo il quartiere di Chelsea  ed il meatpaking district, due zone della città dove i palazzi non sono troppo alti (anche se pur sempre alti) e costruiti, in gran parte in mattoni rossi. Dall'altro lato rispetto a Manhattan abbiamo il fiume, l'Hudson, il confine col New Jersey, ed in lontananza fa capolino anche la Statua della Libertà. Certo, non si sovrasta la città come dall'Empire o dal Top of The Rock, ma si è abbastanza alti per vedere scorrere la vita della città lungo le strade, per osservare i garage all'aperto in tutta la loro stranezza (si sviluppano in verticale, all'aperto, su tanti ponti tipo quelli usati dai meccanici) e realizzare come, spostandosi un po', la città risulti un po' meno caotica e più apprezzabile.. Anche se no, lì il caos non passa mai!

lunedì 27 aprile 2015

6 luoghi da vedere a New York

Oggi vi porto a spasso per New York, raccontandovi (i primi) 6 luoghi che, per un motivo o per un altro, ho visitato e vorrei ora raccontare anche a voi. In questo primo racconto vi racconterò l'isola di Manhattan col filo logico di un percorso che va da est verso sud-ovest, lasciando la parte più a sud dell'isola per il prossimo racconto. Inizio col raccontarvi di Roosvelt Island.
Roosvelt Island: la vista dal MemorialRaggiungibile in pochi minuti con una teleferica (di cui vi parlerò in un altro post, però), questa piccola isoletta si trova nel bel mezzo dell'East River. Da una parte si trova solo un panorama industriale (che a me piace, almeno da fotografare) e, dall'altra, una lunga passeggiata lungo il fiume e con panorama su Manhattan. Questa bella passeggiata, che in primavera deve essere splendida grazie agli alberi in fiore, porta i turisti fino a quello che, una volta, era un ospedale per malattie con pustole e bolle oggi diroccato (e pericolante) ed al memoriale dedicato a Roosevelt dove regna un silenzio quasi assordante e che, nonostante i colori non ancora primaverili, è comunque una piccola oasi di pace degna di nota.
Columbus circle: statua a ColomboRitorniamo a Manhattan ed andiamo a Columbus Circle, una piazza semicircolare all'angolo sud occidentale di Central Park, dove si incontrano tre delle arterie più importanti della città: Broadway, la Eight Avenue (che da lì cambia nome in Central Park West) e la cinquantanovesima strada. Vi porto fin qui per due motivi. Il primo è la statua di Cristoforo Colombo che si trova al centro della piazza stessa. Venne donata alla città dalla comunità italo-americana che vive qui. Venne posta nel 1892, a 400 anni dal suo arrivo in America,  è decorata con rilievi in bronzo raffiguranti la Niña, la Pinta e la Santa Maria ed ai piedi della colonna vi è un angelo che sorregge il globo. La statua, vista la sua posizione, sicuramente si nota (sta esattamente al centro!), ma non è così immediato il fatto che rappresenti colombo e le tre caravelle! Lo si può, forse, supporre guardandola attentamente, ma la conferma la si ha leggendone le incisioni. [io ho letto un paragrafo al riguardo sul libro di Augias "segreti di New York", esattamente come ho trovato segnalato sullo stesso libro il monumento di cui vi vado brevemente a parlare ora, dopo l'excursus su Colombo. Devo ammettere che, forse, se non ne avessi letto non la avrei quasi notata].
Il secondo motivo che mi porta a parlarvi di questa piazza è un altro monumento che quasi non si nota, che sembra far semplicemente parte di uno dei tanti ingressi di Central Park.
Columbus circle: in ricordo della USS MaineSi tratta di una stele di granito che si trova all’angolo del parco e che venne eretta in ricordo dei marinai della nave da guerra USS Maine, affondata nel porto de L’Avana nel 1898, a causa di una tremenda esplosione (ci furono varie ipotesi riguardo l’accaduto, l’ultima riguarda un’esplosione dovuta ad un incendio in un vicino deposito di carbone, ma nessuna è “definitiva). Ma non è per questo che vi segnalo questa stele (non vado matta per la ricerca di monumenti “di guerra”), ma perché è opera di Attilio Piccirilli, scultore ornamentale nato a Carrara nel 1866, che è stato davvero molto famoso: suoi sono i leoni sulla scalinata della New York Public Library, le stele funerarie dei familiari di Fiorello La Guardia e, fuori da New York, la gigantesca statua di Lincoln in atteggiamento pensoso che si trova a Washington.  Peccato che oggi nessuno sappia chi sia tranne forse gli addetti ai lavori (dico forse perché non so nemmeno se e quanto se ne parli), quando a me sembra che abbia fatto moltissime cose degne di nota!
Proseguiamo ora con la nostra passeggiata. Da Columbus Circle vi porto lungo la Fifth Avenue, ricca strada dello shopping della grande mela (ho scoperto anche che Nel tratto tra la 34ª e la 59ª Strada è una delle strade più importanti del mondo per quanto riguarda lo shopping]. Non vi porto qua per lo shopping, ma per la St. Patrick's Cathedral.
St. Patrick Church: esterniIl suo nome esteso è "cattedrale metropolitana di San Patrizio" (Metropolitan Cathedral of St. Patrick) e si trova vicino al Rockefeller Center. Venne costruita tra il 1853 ed il 1878 in stile neogotico, su progetto dell'architetto James Renwick Jr.
La chiesa, già dall'esterno, colpisce subito per la sua imponenza e la sua bellezza, visibile nonostante le impalcature (interne ed esterne). Questa cattedrale colpisce, già dall'esterno, anche perché non ci si rende conto subito della sua grandezza, sia in altezza che "in larghezza": basta spostarsi di pochi metri per scoprire che, in realtà, quello che si vedeva pochi metri prima non era tutto. Ma non ci si può fermare solo all'esterno e la grande quantità che entra ed esce ne è la prova: gli interni, anch'essi in parte in ristrutturazione, sono ancora più belli e maestosi dell'esterno.
Noi siamo entrate poco prima che iniziasse una messa (l'acustica è spettacolare!) e, quindi, abbiamo girato davvero poco all'interno, ma vi consiglio vivamente di farvi un giro dentro con tutta la calma e tranquillità che avete a disposizione per poterne carpire ogni piccola bellezza! Ah, ricordate che, appena si entra, tra la porta e le navate c'è un tavolo con del personale di sicurezza addetto a controllare le borse.
Mi sposto, per poco, verso la 6th avenue, per la precisione sulla W44th street (che unisce le due strade) per arrivare all'Hotel Algonquin. Vi racconto brevemente la storia per cui è interessante ricordarlo: dal 1919, nel ristorante dell'albergo, si ritrovava abitualmente un gruppo di intellettuali noto come "Tavola Rotonda dell'Algonquin" (Algonquin Round Table). Riunendosi qui per circa dieci anni, questo gruppo fece nascere la fama di pietra miliare letteraria newyorkese di questo hotel.
Flatiron Vi porto ancora più a sud ovest, fino ad arrivare al Flatiron, che si trova all'incrocio della quinta e broadway, appena oltre il madison square park (non il "garden", dove si tengono numerosissimi eventi!).
Il vero nome è Fuller Building, ma lo conosciamo tutti come Flatiron Building ("ferro da stiro") per la sua forma a ferro da stiro. In America ce ne sono vari (in varie città) di "flatiron building" e vi assicuro che in film e serie tv non rende!  Costruito tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 (finito nel 1902), l'unica cosa che sono riuscita a pensare è stata "ma come...": il lato più stretto è largo solo 2 metri! Il nome "flatiron" gli venne dato proprio dai newyorkesi perché ricorda proprio un ferro da stiro. Ad inizio '900 (periodo in cui questo era l'edificio più alto della città) i newyorkesi si domandavano, abbastanza ingenuamente forse, quanto avrebbe resistito alle forti raffiche di vento che soffiano dove sorge. L'area intorno, oggi, è chiamata Flatiron District. Lo ritroviamo anche in numerosi film, come "I pinguini di Mr. Popper", "Godzilla" (viene distrutto dai militari), "Armageddon" ed in "Spider-Man" e "Spider-Man 2" ospita la sede del quotidiano Daily Bugle.
Dopo avervi fatto camminare un bel po' attraversando una buona fetta di Manhattan a sud di Central park, direi che è giunto il momento buono per concludere il post segnalandovi un posto dove fermarvi per mangiare.
Chelsea Market: interniParlo del Chelsea Market, che si trova vicino la High Line (di cui vi parlerò in uno dei prossimi post) e che credo sia una delle migliori rappresentazioni di come recuperare gli spazi. Ideale per uno spuntino, un pranzo od una cena veloce, vi si può fare, volendo, anche un po' di shopping. Si entra dal 75 della 9th Avenue e il mercato si sviluppa lungo tutto (e solamente) il piano terra dell'edificio (noi non lo abbiamo capito immediatamente ed abbiamo anche provato a salire con un ascensore).
Viene definito sia centro commerciale che "food court": lo definirei più una via di mezzo, anche se credo che "mercatino" sia più calzante di "centro commerciale" e, se siete sempre in cerca di luoghi di questo genere questo è, tra i più famosi di New York, quello che credo sia assolutamente da visitare.
Per questo post concludo qua, ci ritroviamo a maggio, poche ore prima della mia partenza per Londra (si, di nuovo) per ripercorrere aprile con le foto che ho condiviso con voi su instagram!

venerdì 24 aprile 2015

Libri di Viaggio: "Una città o l'altra. Viaggi in Europa" di Bill Bryson

Eccomi di nuovo, con questo post che sarà abbastanza breve, a parlarvi di letteratura di viaggio, di nuovo di un libro scritto da Bill Bryson. Nel suo "Una città o l'altra. Viaggi in Europa" racconta il suo viaggio in Europa in cui ha toccato varie città del vecchio continente, raccontando
"Una città o l'altra. Viaggi in Europa" di Bill Brysonai lettori  come le vede e le vive mentre le visita e cerca di ricordarsi qualcosa del suo primo viaggio, zaino in spalle, fatto in Europa con un suo amico di gioventù.
Mi piace come scrive, ho trovato il libro decisamente scorrevole ed è stato interessante paragonare le idee che io mi sono fatta su alcune città con le idee che Bryson espone nel libro. Rispetto ad "America perduta", letto lo scorso novembre e che comunque mi era piaciuto, questo l'ho trovato più scorrevole dell'altro e mi ha appassionata di più proprio perché mi sono potuta confrontare con idee diverse dalle mie rispetto ad alcune città che ho visitato anche io e sulle quali mi ero fatta delle idee quasi opposte alle sue. Non mancherò di leggere altri suoi libri. Voi questo lo avete letto? Che ne pensate?

martedì 21 aprile 2015

New York tra fantasmi e cinema

L'Empire State Building di sera
Oggi vi porto in giro per New York cercando di farlo in maniera un po' diversa. Voglio raccontarvela, od almeno provarci, attraverso alcuni luoghi scelti come set cinematografici ed attraverso luoghi che, secondo alcuni racconti, sono infestati da fantasmi (per questa seconda parte mi sono documentata con l'ebook scritto da Simona Sacri dedicato proprio a questi luoghi).
Inizio raccontandovi una piccola parte dei set cinematografici sparsi per la città (ce ne sono tantissimi e trovarli tutti in soli 8 giorni, volendo vedere già tantissime cose, sarebbe stato molto difficile).
Il primo non può che essere l'Empire State Building.
Grattacielo in stile Art decò viene inaugurato nel 1931. King Kong, nel film omonimo del 1933, vi si arrampica per cercare di catturare gli aerei che lo stavano attaccando. Sicuramente il suo stile particolare permette di riconoscerlo facilmente, forse, nel panorama della città e vi anticipo già che ve ne (ri)parlerò in uno dei prossimi post,in cui vorrei mostrarvi la città da un punto di vista "diverso", vista dall'alto (e ve lo racconterò dandovi anche qualche informazione riguardo l'edificio. Vi anticipo che sorge dove, un tempo, vi era la prima sede del Waldorf Astoria, famosissimo hotel di lusso di New York). Per i romantici, Cary Grant e Deborah Kerr vi si danno appuntamento (a 6 mesi dal loro primo incontro) ne "l'amore splendido".
Vi porto, ora, a Central Park che, nel tempo, è stato set di numerosissimi film: da "Harry ti presento Sally a"Spiderman 3" passando anche per "il diavolo veste prada" (vi ricordate quando Andy arriva al parco e, guardando lo shooting dice a Nigel che ha capito cosa intendevano con "giungla urbana"?).
Central Park: caroselloUno degli ultimi film che sono passati per questo gigantesco parco è "Now you see me": non mi metto a raccontarvi tutta la storia per filo e per segno (si trova già su wikipedia e su siti dedicati al cinema e io non voglio comunque allungarmi troppo ed annoiarvi), ma riprendo solo il fatto che i quattro maghi protagonisti volevano entrare in una società segreta chiamata L'Occhio e, dopo aver seguito delle istruzioni (per eseguire trucchi di magia) si ritrovano proprio davanti al carosello di Central Park insieme a colui che, quelle istruzioni, gliele aveva fornite (Rothes, il personaggio interpretato da Mark Ruffalo).
Dopo il parco, ora vi porto al Lincoln Centre. Il nome "esteso" è "Lincoln Center for the Performing Arts" Lincoln Center ed è, come avrete già capito, un luogo dove l'arte fa da padrona. Questo centro è composto da più edifici ed il mondo del cinema ne ha ripresi ben due! Iniziamo dalla Juillard school of dance, famosa scuola di ballo (che nella foto è nascosta dall'edificio sulla destra), è stata set di tantissimi film in cui la danza era il tema principale. Alle volte anche solo nominata, la conosciamo ormai un po' tutti.
Qui si trova anche il New York City Ballet: nel film "il cigno nero" Nina Sayers, protagonista del film interpretata da Natalie Portman, è una ballerina talentuosa proprio di questa compagnia di ballo.
Concludo il giro dei set cinematografici con la Grand Central Station.
La Grand Central Station, stazione centrale di NYC
Questa è una delle maggiori stazioni della città (se non addirittura la maggiore), è incastrata tra edifici e viadotti sempre iper trafficati e la si ritrova in tantissimi film di vario genere. Iniziamo con il genere noir ed "intrigo internazionale", in cui Cary Grant inizia proprio dalla Grand Central la sua fuga; Francis Ford Coppola e Brian De Palma collocano qui il finale dei rispettivi film di mafia: "Cotton Club" e "Carlito's way"; per i romantici, Kate Winslet ne percorre l'atrio con Jim Carrey nel film "se mi lasci ti cancello" e ci ritorna con Leonardo di Caprio nel film "Revolutionary Road". Gli avengers vi si danno battaglia, in Armageddon è bombardata di meteoriti e ne' "l'alba del giorno dopo" finisce inondata (e nonostante questo ha ormai 100 anni, festeggiati nel 2013).
Belasco theaterCominciamo ora il giro alla ricerca dei fantasmi di New York. In realtà, dei luoghi segnalati da Simona sono riuscita vederne (dall'esterno) solo tre e comincio subito col Belasco theater (111, 44 street west) aperto nell'ottobre del 1907 da David Belasco. Sembra che l'attività paranormale iniziò quando, alla morte di Belasco, il teatro venne trasformata in una sala cinematografica per film pornografici e prosegue tutt'ora (anche se è tornato ad essere in teatro): degli attori raccontano che un personaggio molto simile a David Belasco compare dietro le quinte durante le prove e gli spettacoli, dando pacche sulle spalle in caso di rappresentazioni di successo e scagliando mobili e sedie nei camerini qualora le performance si siano rivelate di scarso valore ed interesse agli occhi del pubblico.
l'Hotel ChelseaSembra possibile incappare in attività paranormale anche al Chelsea Hotel (222 West 23rd Street), vecchio e famoso hotel di New York costruito nel 1894 come condominio di lusso. Il 12 ottobre del 1978 Nancy Spungen, fidanzata di Sid Vicious (bassista deiSex Pistols), fu ritrovata morta nella stanza 100 (la colpa ricadde su Sid perché sull'arma del delitto vennero c'erano le sue impronte). Stando ad alcuni racconti alle volte si sentono passi, voci e musica nei corridoi dei piani oppure ci si potrebbe imbattere in delle figure (o delle ombre) somiglianti a Nancy od al poeta Dylan Thomas, che soggiornava spesso qui. Ci spostiamo verso Lower Manhattan e vi porto al Bridge cafè (279 di Water Street).
Bridge CafèA quanto pare è stata avvistata la signora che, un tempo, faceva da buttafuori quando questo edificio era un bordello. Una certa Galles Mag sembra aver lavorato qui come buttafuori nel periodo in cui il locale veniva utilizzato come pub e bordello. Questa donna, a quanto pare, era solita strappare le orecchie a morsi agli uomini che non pagavano il conto o che procuravano problemi alle prostitute. Sembra che alcune persone abbiano visto, affacciata ad una finestra del piano superiore, la sagoma di una donna corpulenta, Gallus Mag probabilmente, avvertito forti ed improvvisi odori e rumori e spostamenti d’aria. C’é chi sostiene che osservando l’interno capiti di notare delle fugaci ombre che si muovono da un lato all’altro della sala, come intente a spostare qualcosa.
Ha avuto anche una piccola parte nel film "Gangs of New York" di Martin Scorsese.
Io ho provato ad affacciarmi dalle finestre, ma non ho avuto la fortuna di vedere figure oscure impegnate a spostare mobili, ne' una donna affacciata ad una finestra, ma magari qualcuno di voi sarà più fortunato di me (e già che siete lì fatevi un giro al South street seaport, vicinissima al ponte di Brooklyn e dove potete anche fermarvi un attimo su delle sdraio ad osservare il fiume ed il suo "panorama".
Washington Square ParkL'ultima tappa di questo tour è Washington Square Park. Secondo alcune voci e racconti di frequentatori e turisti, sembra che durante le calde giornate estive in alcune zone ai lati della piazza si venga come avvolti da improvvise ventate d'aria gelida e che di notte ci si imbatta in uomini e donne in abiti consunti che tentano di uscire, senza risultato, dal perimetro del parco per poi scomparire all'improvviso.
Sperando di avervi divertito con questo tour diverso della città, concludo il post dandovi appuntamento a venerdì con una recensione su un nuovo libro di letteratura di viaggio

venerdì 17 aprile 2015

New York: landscape cruise con la Circle Line

Che ne dite di una crociera intorno alla punta finale dell'isola di Manhattan, con passaggio vicino la Statua della Libertà? Ecco, vi ci porto io col post di oggi raccontandovi la mia esperienza. Cercherò di non essere prolissa, i non allungarmi troppo nei dettagli inutili lasciando parlare le foto che ho scattato durante il tragitto.
"Landscape cruise", Circle Line Abbiamo usufruito dell'ingresso con la New York City pass, scegliendo la "Landmark Cruise" delle 12:00 (le altre che avevamo "a disposizione" per la scelta erano la Harbor Lights Cruise, Liberty Cruise o The Beast Speedboat Ride).
Le crociere partono dal Pier 83, W 42nd St all'incrocio tra la West 42nd Street e la 12th Avenue (non potete non vederlo!). Cercando su internet avevo letto che viene consigliato di arrivare circa mezz'ora prima della partenza e così abbiamo fatto: la fila era già pazzesca!! (arrivate anche 40/45 minuti prima, quindi).  Le navi sono decisamente grandi, hanno aree esterne ed interne, bagni e bar; se siete fumatori incalliti e non riuscite a farne a meno, potete fumare in alcune zone delle aree esterne (credo sia la prima volta che mi capita una cosa così). Partiamo puntualissimi, nonostante la grandissima quantità di gente in fila, da far salire fino a riempire tutti i posti.
"Landscape cruise", Circle Line Il tragitto prevede una rotta verso sud per oltrepassare la punta di Manhattan, un excursus sul "lato opposto" e poi rotta verso il punto di partenza: una infarinatura generale della parte sud di Manhattan che ci ha permesso di averne una vista generale da lontano. Il nostro percorso, quindi, inizia lungo l'Hudson ed il confine con il New Jersey (è vero, devo ammetterlo: la cosa mi ha divertita e anche molto!). La guida ci racconta con calma e precisione entrambi gli skyline e si rivela una "mano santa" quando ripete di non restare in piedi (davanti le finestre o comunque occludendo la vista degli altri passeggeri) così che tutti riescano a vedere (me compresa) i luoghi che lui ci racconta: già ritengo odio quando, per strada,  cerco di guardare qualcosa, magari fare una foto, e qualcuno mi si pianta davanti noncurante di ciò che gli accade intorno, figuriamoci se accade in un luogo "stretto" come una nave, dove non posso spostarmi come voglio io). Alcuni edifici, visti da lì, risultavano molto interessanti da scoprire, come la Stazione di Hoboken o il Newport center e, sotto sotto, ho pensato che, in effetti, il New Jersey non l'ho mai visto e forse potrebbe diventare una bella meta per un prossimo nuovo viaggio in America (anche se ci sono ancora altri posti, tanti, che vorrei vedere negli USA).
"Landscape cruise", Circle Line Un viaggio a New York non è un viaggio se non vedi lei, la Statua della Libertà da vicino (e magari anche salendo sulla corona)? Ecco, la stessa cosa vale per le crociere che passano a sud di Manhattan! Vederla da lì, dal fiume, è stato decisamente diverso dal vederla dal suo piedistallo per salire poi in cima a guardare il resto della città da lontano. Questo è il punto "più a sud" che tocchiamo col nostro giro, prima di girare verso l'East River.
Quà, le tappe fondamentali sono diverse: da lontano vediamo Governor Island, un altro luogo che mi è dispiaciuto non riuscire a vedere; passiamo, ovviamente, il Ponte di Brooklin (si, vi parlerò anche di lui) ed il Manhattan Bridge; vediamo qualche scorcio di Williamsburgh, che in realtà avremmo voluto visitare meglio, ma per mancanza di tempo abbiamo dovuto rinunciare! Si tratta di un quartiere che si sta evolvendo e migliorando, cosa che si nota dai nuovissimi grattacieli "fiammanti" che svettano in un'area ancora ristretta di questo quartiere. Ho scoperto, in questa parte di crociera, una New York industriale che meriterebbe un giro a parte, ovviamente a piedi e fatto in tutta tranquillità: se e quando riuscirò a tornare a New York farò sicuramente un giro alla scoperta del suo lato industriale. A parte tutto, sto iniziando a diventare noiosa, lo so, ed è proprio quello che volevo evitare! Quindi con le parole mi fermo, da questo punto della crociera rifacciamo all'indietro il percorso, per tornare al punto di partenza (e dirigerci, quindi, verso altri posti da visitare in città). Vi segnalo giusto il palazzo delle Nazioni Unite: è uno spettacolo, quindi non perdetevelo per nulla al mondo (ve lo segnalerà la guida stessa, comunque, quindi non sarà difficile ricordarsene.
In attesa del video, che non sarà il primo ad uscire (ma arriverà, non disperate), vi lascio al racconto fotografico di queste due ore lungo una piccola parte dei due fiumi di New York.
"Landscape cruise", Circle Line

Brooklin Bridge Park: Pepsi cola



"Landscape cruise", Circle Line


"Landscape cruise", Circle Line


"Landscape cruise", Circle Line


"Landscape cruise", Circle Line


"Landscape cruise", Circle Line


"Landscape cruise", Circle Line


lunedì 13 aprile 2015

New York ed i mosaici della metropolitana

Fino a qualche tempo fa, lo ammetto, non avrei mai pensato che metropolitana ed arte potessero andare d'accordo. Dopo aver "scoperto" la metro di Napoli, ormai qualche anno fa, durante questo viaggio a New York sono andata a "scoprire" i mosaici che popolano la subway della Grande Mela. Ce ne sono davvero tantissimi, ma noi abbiamo scelto di prenotare un tour organizzato da "New York Subway art tour", prenotando i nostri biglietti dal loro sito ufficiale (tramite tablet e l'esperienza è stata più che positiva). I biglietti costano 30 dollari e il tour c'è Martedì, mercoledì e giovedì alle ore 10:00 oppure il Lunedì, venerdì e sabato alle 14:00. L'appuntamento è alle 10 od alle 14 al Così Café (incrocio tra la 51st Street e Broadway). Il biglietto della metro è compreso nel biglietto.
Ci incontriamo con Derryl ed iniziamo il nostro tour. Ci spiega che, dietro questi mosaici, c'è un vero e proprio progetto controllato da una commissione dedicata: gli artisti interessati devono inviare il loro progetto ad una commissione artistica dedicata (ok, ho dimenticato nel giro di mezzo secondo il nome anche alla centesima ripetizione) che poi deciderà quali progetti accettare. Il progetto si chiama "Arts for Transit"
Tour della metropolitana: Mosaicie l'intento è quello di "incoraggiare" l'uso del trasporto pubblico attraverso questi progetti di abbellimento delle stazioni ferroviarie e della metropolitana. Capita, nelle stazioni più grandi, di trovare più artisti, in punti diversi della stazione ovviamente.
Scendiamo alla stazione della 51st Street dove troviamo alcuni mosaici che riprendono la storia di Alice nel paese delle meraviglie
Mi dispiace non aver fatto foto migliori, anche se questi non sono stati tra quelli che più mi hanno colpita tra tutti i mosaici che abbiamo visto (Alice è sempre Alice)!
Prendiamo il primo treno del tour per spostarci alla stazione dopo, ovvero 42st Street - Times Square. Essendo la stazione molto grande, troviamo le opere di ben 3 artisti suddivisi tra la 42esima e Times Square ovviamente: Jane Dickinson, Roy Lichtenstein e Jack Beal.
Tour della metropolitana: MosaiciNonostante Lichtenstein "sia sempre Lichtenstein", la sua opera non è stata quella che mi ha colpito maggiormente (sia nella singola stazione che in tutto il tour)! Mi hanno sicuramente colpita di più i due mosaici Jack Beal. Si intitolano "The Return of Spring" and "The Onset of Winter" (quello che vedete in foto): raccontano la storia del personaggio mitologico di Persefone che "esce dalla metro - dal buio" con l'arrivo della primavera e vi ritorna all'arrivo dell'inverno.
Altra linea della subway, altro treno, altro spostamento alla ricerca dei mosaici successivi. Derryl ci racconta tutto in maniera ottima, senza dimenticarsi alcun particolare riguardo ai mosaici che, di stazione in stazione, ci mostra.
Tour della metropolitana: Mosaici
Alla stazione della 28th Street (raggiungibile con la linea "broadway") troviamo i mosaici di Mark Hadjipateras. Il progetto si chiama "City Dwellers" ed è del 2002: i mosaici riflettono il quartiere e la sua storia, tra tecnologia, giocattoli, e commercio. I personaggi sono strani ed insoliti e proprio questo aspetto è la forza del progetto (che non credo sia, comunque, tra i più belli ed interessanti).  Ci spostiamo ancora, verso i limiti dell'isola di Manhattan mentre inizia a farsi sentire un po' di stanchezza e la metropolitana inizia ad essere anche un po' più affollata (di turisti e non). Arriviamo alla stazione dell'8th street dove troviamo il "Broadway Diary" di Tim Snell a decorare le pareti, dopo
Tour della metropolitana: Mosaiciaver passato in rassegna i cappelli "appartenuti a personaggi famosi" del passato e del presente e di tutti i campi: dall'editoria alla letteratura, passando anche per il circo! Donne e uomini, americani e non, che a modo loro hanno avuto un ruolo importante (anche "molto" importante) nella storia.
Ci avviciniamo ancora di più all'east river, anche se da lì non ce ne rendiamo pienamente conto. Arriviamo a Prince Street dove troviamo il mosaico "carrying on" di Janet Zweig, in collaborazione con Edward Del Rosario. Questo è davvero molto particolare, più per il suo significato, direi, che per i suoi disegni.
Si tratta di ben 194 silhouettes tratte da foto di newyorkesi "veri" e vuole celebrare i cittadini di New York e la loro individualità (molto forte).
Tour della metropolitana: Mosaici
Queste silhouettes sono state realizzate selezionando, tra le più di 2000 foto, le 194 con le figure più leggibili, più suggestive e "meglio trasportabili" in questo progetto che è organizzato in una sorta di varie piccole narrazioni che compongono poi il racconto complessivo. Interessante è il modo in cui questo è stato costruito: sono state rimosse alcune delle piastrelle bianche della parete per sostituirle con
 Per l'installazione, alcune delle piastrelle bianche della metropolitana sono state rimosse per sostituirle con delle piastrelle tagliate con la forma delle varie figure che compongono le tante scene che compongono questa storia!  Di questo mosaico, abbastanza "semplice", ho apprezzato la storia che vuole raccontare (è decisamente una storia vera, chi vive in questa città è, appare, molto individualista).
Alla stazione successiva, ovvero Canal Street, troviamo il mosaico "Empress Voyage" di Bing Lee. Questo vuole ricordare l'arrivo della prima nave cinese a New York (che portava merce dalla Cina, da vendere a New York). Ci spostiamo nella zona di Brooklyn, arrivando alla stazione di DeKalb Avenue dove troviamo il mosaico "DeKalb Improvisation" di Stephen Johnson. Un mosaico di immagini astratte, in cui compaiono anche immagini "reali" (avete presente le carte francesi? La "regina"? Ecco, quella è una delle immagini non astratte che compaiono in questo mosaico.
Tour della metropolitana: Mosaici
Alla stazione 14th avenue - Union Square, a cui ha lavorato l'artista Mary Miss per diversi anni (sempre per lavori di abbellimento), troviamo un'opera di Jim Henderson che, attraverso alcune targhe sul muro, vuole ricordare le vittime dell'11 Settembre. Si trovano andando verso nord, al piano mezzanino tra Broadway e la 4th Avenue.
Ormai alcune targhe, che poi sono più tipo etichette, sono (semi) cancellate, rovinate dal tempo o quasi staccate dal muro: un peccato vista la valenza sentimentale che ha quest'opera per la città intera  (e un po' anche per tutta l'America intera).
Spero mi perdoniate se vado un po' in fretta, ma voglio arrivare subito all'opera che più mi è piaciuta tra tutte quelle che abbiamo visto. Si trova alla stazione successiva, la stazione 14th street - 8th avenue.
Tour della metropolitana: Mosaici
In realtà, in questo caso, non parliamo di un mosaico, ma di un'opera composta da diverse (molte) statue in ottone che popolano la stazione. Tom Otterness, l'artista, con la sua opera "Life Underground" vuole raccontare gli effetti del capitalismo sulle persone e la società in cui queste persone vivono.  Non c'è una storia secondo cui queste piccole statuette sono esposte, nel senso di una storia come quelle che troviamo nei libri di favole, anche se Derryl ce le spiega dando loro il senso logico che hanno. Perché questa è l'opera che più mi è piaciuta? Perché credo che, tema trattato a parte (in fondo non siamo qui a discutere di politica e di cosa sia giusto o meno), le statuette pensate e realizzate per quest'opera siano davvero carine, particolari, dalle espressioni simpatiche.
Arrivati a questo punto del nostro tour sono passate ormai ben due ore da quando abbiamo iniziato, i treni sono decisamente abbastanza affollati e la stanchezza inizia a farsi sentire (sono pari quasi a zero, ormai, le domande che riusciamo ad elaborare e fare).
Arriviamo alla 34 street - Penn Station, siamo quindi tornati verso il "centro" dell'isola di Manhattan (se è possibile dare una definizione di questo genere, ovviamente). Stavolta l'artista è Eric Fisch e con il suo "Garden of circus delight" ci racconta la storia di un uomo che, stanco della sua vita, sogna di scappare e di farlo diventando un artista del circo, senza lasciare mai, però,  la sua inseparabile valigetta ed il completo scuro "da lavoro".
Tour della metropolitana: Mosaici
L'opera è stata installata nel 2001, il protagonista incontra  animali, clown, acrobati e sputafuoco, tornando, alla fine, alla realtà ed al suo lavoro. Uno specchio (molto) reale della vita reale per molte persone (Chi non ha pensato, almeno una volta, almeno per un attimo, di scappare dalla solita vita monotona di tutti i giorni?  Magari non fuggendo con un circo, però sicuramente sarà capitato a molti di noi).
Il nostro (lungo) giro si conclude alla stazione 42nd Street-Port Authority Bus Terminal dove troviamo l'opera "losing my marbles" di Lisa Dinhofer. Conclusa nel 2003, l'opera si trova al piano "mezzanino" della stazione.  Da qui, concludiamo il nostro giro ritornando alla stazioni di Times Square, senza uscire dalla metropolitana, poiché ci sono i tunnel di scambio, e ritorniamo così alla luce del giorno.
In realtà i mosaici da vedere sono davvero tantissimi ed è, secondo me, quasi impossibile riuscire a vederli tutti (soprattutto in un solo pomeriggio); il tour che ci ha fatto fare Derryl ci ha permesso di farci un'idea di come, in questa enorme metropoli, sia bastato poco (ma non troppo) per trasformare un ambiente come la metropolitana.
Vi lascio un breve video, di un mosaico che è visibile solo dal treno perché si trova in una stazione ormai chiusa al pubblico: è stato realizzato in modo tale che l'effetto fosse quello di una sorta di "lanterna magica" (sicuramente vedere il video ve lo farà capire meglio rispetto al leggere la mia descrizione!)

venerdì 10 aprile 2015

New York: una passeggiata a Central Park

Quando viaggio mi piace molto anche scoprire i parchi cittadini, scoprire come li vive la gente del luogo. Durante il mio viaggio a New York, quindi, non poteva mancare una passeggiata per i viali del parco principale della città, ovvero Central Park! L'idea era quella di seguire un percorso consigliato da una guida che ci eravamo spulciate prima di partire, ma alla fine abbiamo deciso di rifarlo a modo nostro restando però quanto più vicine al "percorso base" (parliamo pur sempre di un parco enorme ed avere un percorso "consigliato" da cui prendere spunto ci è stato sicuramente d'aiuto per ottimizzare i tempi). I colori erano, purtroppo, ancora quelli autunnali, anche se questo parco, set di molti film (arriverà anche il post al riguardo) non perde mai la sua bellezza.
Jaqueline Kennedy Onassis Reservoir
Entriamo vicino al Guggenheim Museum (sapete che i musei principali si trovano lungo il museum mile, che costeggia il parco?) ed incrociamo subito il Jaqueline Kennedy Onassis Reservoir.
Una volta, questa, era la riserva d'acqua della città (!!) ed oggi è un "semplice" laghetto di questo gigantesco parco cittadino. In quei giorni era un'immensa distesa d'acqua ghiacciata, circondata (anche se in lontananza) dai palazzoni che si trovano ai limiti di Central Park. Mi aspettavo gli alberi ancora spogli, senza foglie (anche se speravo comunque nel contrario), ma non questo spettacolo ed è stata proprio una gran bella sorpresa. Continuiamo la nostra passeggiata verso sud e vicino al MET (Metropolitan Museum of Art) troviamo un Obelisco: lo chiamano “Ago di Cleopatra”. Alto quattro piani,  venne commissionato dal faraone Tuthmosis III, intorno al 1450 avanti Cristo, per il tempio del Sole a Heliopolis [fonte di queste informazioni dettagliate: wikipedia.. Io non me le sarei mai e poi mai ricordate a memoria, soprattutto visto che ho scoperto dell'obelisco solo grazie alle cartine che si trovano sparse per Central Park: sulle guide non vi era alcun cenno al riguardo e non ero preparata con informazioni al riguardo, devo ammetterlo].
Central Park: Belvedere Castle
Costringo mamma ad andare avanti velocemente perché io, in realtà, volevo arrivare a Belvedere Castle. Un piccolo (ma non troppo) edificio in stile gotico, che ricorda molto un piccolo castello. Si tratta, a quanto pare, del punto più alto di tutto il parco: l'ingresso è gratuito ed il panorama ha il suo perché. Già che siete qui fateci un salto per capire meglio ciò che vi circonda, anche se in alcuni momenti bisogna fare un po' a botte con gli altri turisti per affacciarsi. Il segreto, anche se non sempre riesco a rispettarlo, è quello di avere pazienza perché prima o poi un buco si libera e tutti riescono a guardare il panorama da lassù.
Central Park: Bethesta fountainProseguiamo con la nostra passeggiata pensando di andare verso gli Strawberry Fields, ma alla fine proseguiamo oltre ed arriviamo fino alla Bethesda Fountain.  Troviamo la fontana ancora vuota, per la stagione non ancora bellissima, ma nonostante questo l'atmosfera era particolare: tanta gente che girovagava qui intorno, turisti che si facevano le foto e cani e padrono che facevano una passeggiata. Inizialmente, lo ammetto, ci eravamo fermate ad un'altra fontana lungo il percorso, ma ci sembrava strano potesse essere quella, nonostante la quantità di turisti ferma lì a farsi foto e selfie (noi non ci siamo proprio fermate perché "qualcosa non ci tornava): era piccola, "semplice" e non ci sembrava potesse avere le caratteristiche di una fontana da segnalare come di interesse turistico! Per fortuna che abbiamo deciso di andare avanti (nella direzione giusta!) senza troppi indugi per proseguire la nostra passeggiata. Se anche a voi dovesse capitare, andate avanti tranquillamente!
Di fronte la fontana si trova la Bethesda Terrace di cui, oltre alla lodevole bellezza architettonica, si nota l'acustica notevole. Proprio per  suo pregio, qui, potreste incontrare dei gruppi, o cantanti solisti, intenti a mettere in mostra le loro capacità musicali. Appena avrò risistemato per bene i video che ho girato durante questo viaggio caricherò, se sono venuti decentemente, le brevi clip girate quando ci siamo passate noi: abbiamo avuto la fortuna di trovare un gruppo che, vista la quantità di pubblico, ha riscosso decisamente un bel po' di successo (e credo abbiano venduto anche qualche cd!!).  Un  piccolo avvertimento utile se girate per il parco in questo periodo: visto il freddo che ancora imperversa, neve e ghiaccio non sono ancora sciolti ovunque, quindi state molto attenti a non farvi male! (no tranquilli, non voglio allarmarvi come se fosse in arrivo la fine del mondo).
Central Park: Alice nel paese delle meraviglieProseguendo la nostra passeggiata, ci rimane poco altro da vedere prima di tornare nel caos della città. Passiamo la Statua di Hans Christian Andersen, che nessuna di noi due si ricordava, per arrivare alla Statua di Alice: questa è una sorta di must per le famiglie con bambini: è divertente vedere i bambini più grandi arrampicarsi per sedersi sul fungo insieme ad Alice e quelli più piccoli che, invece, si guardano intorno con faccia dubbiosa.
Ovviamente anche stavolta, come vent'anni fa, mi sono fatta una foto vicino la statua! Noi, visto che era ormai ora di pranzo, mangiamo al self service vicino al "model boat sailing", dove, quando c'è l'acqua, navigano delle barche (modellini e non).  Se volete mangiare qua, sappiate che potreste trovare fila, ma per fortuna scorre abbastanza velocemente! L'unico "problema" potrebbe essere trovare un tavolo, visto l'affollamento! Una volta che avete ordinato dovete aspettare che venga chiamato il vostro numero d'ordine per ritirare il pranzo, ma non vi scoraggiate perché funziona tutto (abbastanza) velocemente.
Ritornando indietro arriviamo di nuovo alla Bethesda Terrace e ci incamminiamo lungo il mall. Ci divertiamo a fare qualche foto su un gigantesco cumulo di neve, passeggiamo tra i newyorkesi che passeggiano qui, e ci fermiamo anche a fare qualche foto al Carosello, anche questo set di film.
Prima di darvi appuntamento al prossimo post vi lascio un altro piccolo avvertimento: occhio agli autisti di risciò! Non sono pericolosi, se non per le vostre tasche: le corse costano ben 3 dollari al minuto! (non li troverete solo a Central Park e, alle volte, sanno essere abbastanza estenuanti nel chiedervi se volete fare un giro!).
Central Park: laghetto


Central Park: scoiattoli

Central Park: piccolo uccellino


Central Park: uno dei ponti e dei laghetti


Central Park ancora con la neve

martedì 7 aprile 2015

#Instapost: marzo visto da instagram

Arrivato Aprile ecco il nostro appuntamento con i (miei) viaggi visti da instagram (cosa aspettate a seguirmi? Vi lascio il link al mio account).  Parliamo del mese di marzo, iniziato con un bel fine settimana rilassante alle terme! Grazie all'ente del turismo della Provincia di Siena abbiamo passato una giornata alle terme sensoriali ed alle Terme Theia.
Le terme sensoriali: vasca interna


Terme Theia: vasca esterna

Abbiamo fatto anche una breve gita a Montepulciano: si è rivelato un paesino davvero molto carino, raggiungibile facilmente in pullman da Chianciano e girabile facilmente a piedi senza problemi.
Montepulciano: una cantina vinicola


Vicoli di Montepulciano

Mi è capitato di girare molto per Roma, scoprendone zone che ancora non conoscevo o che conoscevo solo di sfuggita. [Torre Eurosky, quartiere EUR, Roma]
Altezze

[Obelisco di piazzale Marconi, EUR, Roma]
Pioggia ed obelisco

Marzo è stato anche il mese del "viaggio dell'anno": sono tornata, con  mia madre, a  New York! La prima volta che vi andai, sempre con mia mamma, avevo 7 anni (sono passati praticamente 20 anni precisi) e tornarci è stata un'esperienza splendida. [Vi ho già parlato della mia esperienza con la New York City pass. Nelle prossime settimane vi parlerò anche di alcuni luoghi della grande mela]
New York


New York


New York


New York


New York

New York

New York

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