Durante un viaggio in Sicilia non si può evitare un'immersione nella storia greca (e romana). Vorrei parlarvi oggi di tre posti che ci riportano indietro fino all'epoca in cui i greci arrivarono sull'isola, cercando di essere breve, ma comunque esaustiva sia nel parlarvi di questi luoghi, sia nel raccontarvi di cosa mi ha colpita e delle mie opinioni. La prima "tappa greca" del nostro tour è la Valle dei templi ad Agrigento. Il biglietto d'ingresso costa 10 euro e vi sono due parcheggi per le macchine. Noi abbiamo lasciato la macchina al parcheggio di Piazzale Hardcastle (2 euro) da cui parte un servizio navetta (in realtà taxi) che per 3 euro portano i turisti fino all'entrata in cima alla collina, vicino l'altro parcheggio, e questa scelta si è rivelata azzeccata: abbiamo percorso la strada in discesa e quindi facendo sicuramente meno fatica.
Iniziamo la visita dal Tempio di Giunone che è arrivato fino ai giorni nostri in condizioni non proprio perfette, ma nonostante questo è molto suggestivo per due motivi: è il tempio più grande dell'intera area e si trova in un punto molto in alto rispetto al resto e questo permette di avere una vista spettacolare sui dintorni (se mi seguite sapete che amo godermi i panorami ed è abbastanza facile che questi mi appassionino molto). Un vialetto sterrato segna il percorso da seguire all'interno dell'area archeologica e, costeggiando quella che dalle targhe scopriamo essere stata una Necropoli Paleocristiana, arriviamo fino al Tempio della Concordia.
Costruito nel V secolo, deve il suo nome ad un'iscrizione latina ritrovata nelle vicinanze che, però, non ha legami col tempio stesso (non si sa a chi fosse dedicato). Si tratta del tempio più integro di tutta l'area sicuramente anche grazie alla trasformazione in tempio cristiano nel VI secolo d.C.
Continuando la passeggiata si passa davanti altri resti come il Tempio di Ercole, di cui restano praticamente solo alcune colonne, l'Area archeologica a sud-est dell'Olympieion ed il Tempio di Giove Olimpico (Zeus) per arrivare fino al Quartiere residenziale dell'Olympieion: si tratta di una vasta area dove, un tempo, si trovavano le case ed oggi non si trovano che pochi resti tra cui quelli del Tempio delle divinità Ctonie e tempio dei Dioscuri (e per resti intendo solo un angolo di quello che era il tempio).
Seguendo il percorso "dalla collina alla pianura" (o quasi) ci troviamo ad uscire dalla Porta V che è vicinissima al parcheggio dove avevamo parcheggiato. Non dimenticatevi di pagare la sosta prima di riprendere la macchina: per farlo troverete solo una cassa automatica: gli altri baracchini nei dintorni sono praticamente tutti chiusi (tristezza... Però ci sono delle panchine all'ombra per sedersi se avete il pranzo al sacco) :P
Proseguiamo con la tappa successiva, ovvero Selinunte. Il biglietto d'ingresso costa 6 euro ed è più piccola della valle dei templi. Prima di tutto devo ammettere che quest'area non mi è piaciuta non per la storia che ricorda, ma per come è tenuta ed organizzata... Passata la biglietteria si trova l'unica cartina Per tutta la prima mezz'ora di cammino, in cui comunque non vi era poi tantissimo da vedere se non due templi, non vi erano targhe esplicative o che indicassero semplicemente il nome del tempio davanti a cui si trovano i turisti. Ah, e non vi aspettate nomi "comprensibili": qui i templi sono indicati con le lettere dell'alfabeto (ancora non hanno scoperto a chi erano dedicati).
Cooomunque... Passiamo la biglietteria e ci incamminiamo verso l'unico tempio (quasi) integro di Selinunte: in effetti ci si sente molto piccoli, una volta giunti qua... E non ci sono barriere, quindi si possono salire i gradoni ed entrare nel tempio che si presta comunque a diverse foto. In questo periodo lo stanno restaurando e, quindi, dovrete sorbirvi il vociare degli operai ed il rumore dei lavori :D Poco distanti si trovano i resti di un altro tempio tutti ammassati gli uni sugli altri. Non è dato sapere di quale tempio si trattasse, a quale divinità fosse dedicato.
Per di più, sembrava che l'edificio fosse crollato praticamente ieri e che ancora nessuno fosse andato a sistemare i danni (credo che nessuna foto riuscirebbe a rendere bene l'idea). La cosa mi ha lasciata perplessa, devo ammetterlo :( L'impressione che ho avuto è stata quella che fosse stato lasciato abbandonato lì in attesa di una qualche decisione sul da farsi o di una mano dal cielo che rimettesse le cose in ordine. E mi sorge spontaneo chiedere (chiedermi): ma se queste cose le lasciamo così, come racconteremo in futuro la storia passata del nostro paese? Secondo me una manciata di foto sui libri di storia/storia dell'arte non basta.
Passiamo all'Acropoli (vi consiglio di arrivarci con la macchina, è possibile spostarsi da un parcheggio all'altro all'interno dell'area archeologica semplicemente mostrando i biglietti) dove, per fortuna, si trova qualche indicazione in più sui resti che qui si trovano!!! Vi sono due templi ed anche qui si trovano sia lavori di restauro (per quanto riguarda ciò che resta del tempio C) sia resti ammassati su loro stessi come se l'edificio fosse appena crollato (tempio A). Da notare il panorama che, qui, si apre sul mare.
Delusioni a parte, andiamo avanti e parliamo di Segesta. Per visitarla abbiamo attraversato tutta la Sicilia (siamo atterrati a Catania) ed è stata un'ottima scelta! Il biglietto costa 6 euro (anche questo) e c'è un parcheggio (gratuito) dedicato ai visitatori che arrivano fin qui in macchina. Da vedere, a Segesta, ci sono solo due cose: un teatro (costruito dai greci, ristrutturato dai romani) ed un tempio.
Personalmente suggerisco di iniziare dal teatro: è il più lontano da raggiungere e la strada, in salita ed al sole, fa venire voglia di mollare a metà la salita per ripararsi all'ombra di uno dei pochi alberelli che si trovano ai lati della strada stessa, ma una volta arrivati in cima la fatica viene ripagata! (se volete, però, ci sono le navette che vi arrivano per 2 o 3 euro a persona). Da lassù la vista si estende quasi fino al mare (non proprio vicinissimo).
Mica scemi i greci: si sceglievano sempre i posti migliori per costruire i teatri! In effetti non credo esista una scenografia migliore di un panorama così (viadotto-"mostro" escluso, ovviamente). Una volta arrivati qua suggerisco di sedersi sugli scalini del teatro stesso e godersi questo panorama sia per riposarsi dopo la (faticosa) salita sia per poter godere meglio della vista. Nell'area intorno al teatro vi sono anche altri resti e delle targhe esplicative che raccontano bene cosa si sta guardando.
Senza queste spiegazioni ci troveremmo a guardare dei "sassi messi insieme per chissà quale costruzione di cui ora rimane quasi nulla": a vederli così, non si direbbe mai che lì, una volta, c'era un porticato!
Dal lato opposto del parcheggio rispetto al teatro si trova il tempio. La strada è più corta e meno faticosa di quella che bisogna percorrere per arrivare al teatro e per questo suggerisco di andarci solo dopo, come ultima parte della visita: è meno stancante e si riesce a riprendersi della strada fatta poco prima . Come alla valle dei templi (giustamente, aggiungo io) non è possibile avvicinarsi troppo al tempio, ma non serve entrarci per capire quanto questo edificio sia grande e quanto riesca a mettere in soggezione i vistatori.
Vi sono diverse persone che, intorno al tempio stesso, si sono trovate la loro posizione e postazione per disegnare (e dipingere) il tempio stesso. Qualcuno sotto il sole seduto sulla sua sedia da spiaggia (bel coraggio, visto che anche ad ottobre fa abbastanza caldo) ed altri, invece, all'ombra seduto sui sassi intorno alla staccionata che protegge l'edificio dall'orda di visitatori. E secondo me loro si porteranno a casa il ricordo migliore della loro visita... E un po' li invidio: certe persone, secondo me, hanno davvero un talento innato e saranno sempre una spanna sopra gli altri per quanto riguarda il saper disegnare!
Oltre alla storia che il luogo rappresenta, col passaggio di greci e romani (e sicuramente anche altri popoli del passato), c'è un'altra cosa che mi ha colpita e che non posso non raccontare: il panorama che circonda i turisti passa dal verde in lontananza al brullo ocra passando per vigneti e colline verdissime... e tutto in "pochi chilometri"! Però dei panorami della Sicilia ve ne parlerò più avanti perché mi hanno colpita: sono diversi da quelli a cui "sono abituata" girando spesso per il centro Italia e, anche se non me ne sono innamorata (ci si può innamorare di panorami??) mi hanno colpita molto!
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